lunedì 23 settembre 2013

Fine settimana: Enoshima e Kamakura (2° parte)

coppia dalla campana
coppia ad Enoshima
[ Leggi prima parte]
Come tutte le persone che decidono di passare il fine settimana fuori casa, io, giustamente, non avevo la più pallida idea di dove fermarmi a dormire.
Inizialmente l' idea era quella di fermarmi in un' ostello, ma la cosa, sia per il prezzo che per un cambiamento di umore, non mi ha più convinto, così ho lasciato perdere la possibilità di un letto comodo per dare spazio ad altre due possibilità: karaoke o manga kissa.
Per intenderci la notte al karaoke puoi passarla con pochi spicci, l' importante è prendere il pacchetto "rimango fino alle cinque del mattino"; il manga kissa o manga café, chiamatelo come volete, invece, è una caffetteria aperta 24h su 24, che offre mini stanzette ai clienti. Il prezzo è davvero stracciato e a seconda della caffetteria, vengono offerti vari servizi (quelli di base sono: computer con internet, manga consultabili in loco e consumo di bevande gratis).
Così, mangiando delle patatine fritte a me disgustose, ho imboccato una strada a caso alla ricerca del mio alloggio. Ci fosse stata un' anima per strada! Per quanto fosse una via piuttosto grande nei dintorni c' erano solo case e uffici. Devo dire che nonostante l' assenza di vita di paura ne avevo veramente poca. E dire che in Italia, la sera, mi prendono male persino i dieci minuti di cammino che mi separano da casa del mio amico (mat)Teo.
Ho camminato per una buona mezz' ora, se non di più, fino ad arrivare ad una piccola stazione. Speravo vivamente di trovare almeno il capostazione a cui chiedere alcune informazioni, ma aimè la stazione era talmente piccola che ospitava solo alcune panche e una biglietteria automatica.
Non ero sicura di trovare quello che cercavo nella stazione accanto, così, sia per la stanchezza, che per il non voler camminare per altre viuzze buie mi sono fermata un po' a riposare in questa piccola stazione finché non ho ricevuto un messaggio sul cellulare: una manna dal cielo!Ahah
Era Yuutaro, un ragazzo che avevo conosciuto circa due settimane prima a Kamakura, in spiaggia: lui
strada deserta
lavorava in uno stabilimento, mentre io bazzicavo da quelle parti.
Gli ho chiesto dove potessi trovare un po' di vita: una stazione più avanti, Fujisawa, ospitava ciò che cercavo.
Tra un messaggio e l' altro abbiamo deciso di vederci. Nel mentre lui tornava da Chiba, dove aveva passato la giornata a surfare, io raggiungevo Fujisawa, luogo dell' appuntamento (raggiunto col treno... basta camminare! :p).
Erano le nove meno venti, e proprio davanti alla stazione ho trovato un manga kissa.
Era la prima volta che entravo in un posto simile e, inutile dire, ero abbastanza esaltata (click, guarda il video)! Nel caso perdeste l' ultima corsa del vostro treno o per qualche ragione vi ritrovaste a dover passare la nottata fuori, senza un' alloggio il manga kissa è la soluzione. Centinaia di manga da leggere, videogiochi, internet, TV, cibo, doccia, gelato a volontà (i servizi cambiano a seconda di quale manga kissa andate).
Tra un messaggio e l' altro, un' ulteriore attesa, un piattone di germogli di soia, un cameriere divertito dal mio ordine privo di carboidrati e qualche manga, finalmente Yuutaro è riuscito ad arrivare. Nel messaggio che mi aveva mandato era inclusa questa frase "la macchina è quella bianca".
Credo di aver perso un battito. Macchina? Quale macchina? Insomma, tutti i genitori insegnano ai propri figli di non salire in macchina con degli sconosciuti. Certo, proprio sconosciuti non eravamo visto che ogni tanto ci sentivamo via messaggi, ma comunque non si può dire che fossimo amiconi. Ma nonostante quello che ho appena scritto mi sono presentata davanti a quella macchina [bambini non prendetemi come esempio].
Mettiamo in chiaro una cosa, preferirei che i miei non venissero a sapere di questo perché non la prenderebbero bene, perciò che rimanga un segreto tra me e te (ciao mamma! Lo so che stai leggendo questo post! :D). Nonostante la situazione non ho avvertito alcun senso di pericolo: è anche vero che il pericolo non ti avverte né manda cartoline, ma succede, in certi casi, di percepire nell' aria qualcosa che non va. Ma in questo caso non ho percepito niente, anzi, appena sono salita in macchina abbiamo (ho?) iniziato a parlare, parlare e parlare... sembravamo due amiconi di vecchia data!
Dell' Italia, del Giappone, del lavoro e della scuola. Nonostante fino ad ora non ci fossimo mai effettivamente parlati, siamo andati avanti per ore, come se fosse la cosa più normale del mondo!
Dai, si capiva che Yuutaro era un buono! ;D (?)
Verso le due di notte sono tornata al manga kissa: l' idea era quella di dormire, ma tra la stesura di una lettera, una doccia, manga, gelato, cioccolata calda mi sono acciambellata sulla mia poltrona per dormire alle quattro del mattino passate.
[ Continua...]

la mia mini-stanzetta al manga kissa.
Esistono anche stanzette dove ci si può coricare,
ma vista l' ora erano già tutte occupate.
Mamma, non ti preoccupare, cercherò di non cacciarmi nei guai.





Fine settimana: Enoshima e Kamakura (1° parte)

mare ad Enoshima

La mia avventura è iniziata con un treno sbagliato e un pacchetto di pocky (snack). Google maps mi ha ingannata, per poter usufruire della linea ODAKYU, l' unica, da casa mia, è andare fino a Shinjuku e non Shimbashi come diceva. Così sono arrivata ad Enoshima molto più tardi del previsto, sia per il treno, sia perché sono partita abbastanza tardi, ossia dopo pranzo (la decisione di passare il fine settimana fuori casa l ho presa solo poche ore prima).
Enoshima, un' isola della prefettura di Kanagawa, è un luogo particolare, fatto di innumerevoli piccoli templi, tanti turisti durante il fine settimana e soprattutto tanti scalini in salita e in discesa.
Se venite in Giappone non dico di visitarla assolutamente (evitatela se dovete lamentarvi ogni minuto per la quantità di scalini) ma se ne avete il tempo fatelo.
E' piccolina, tanto che nonostante al mio arrivo l' orologio segnasse le quattro passate, sono riuscita a girarla tranquillamente, per poi essere circondata dall' oscurità che mi ha permesso di godere di un meraviglioso panorama dal faro che si trova sull' isola, nel giardino botanico Samuel Cocking (200 yen giardino più 300 per salire sul faro).

vista dal faro
 
Considerato che sull' isola si trova una campana, sotto la quale ci si promette eterno amore, l' isola brulicava di coppiette. Il che mi ha fatto sentire un poco fuori luogo, ma insomma, si può dire che con me avevo un' amore di macchina fotografica.... mamma mia che tristezza...! Ahah
Sfortunatamente, nella mia avventura ad Enoshima, non sono riuscita a visitare le grotte di Iwaya che, a causa del tifone della settimana scorsa, erano inagibili.
In compenso, al ritorno, volgendo lo sguardo al cielo ho visto una meravigliosa luna rossa.
[ Continua...]
una luna bassa e rossa

venerdì 13 settembre 2013

"Le vent se lève!... il faut tenter de vivre"

laghetto con riflesso
La settimana è iniziata con una sveglia non sentita.Devo dire però, che non è stato un brutto risveglio, perché accompagnato da un bel sogno, popolato di gente che ho conosciuto, nella realtà, solo di vista, ma che in questo sogno erano esistenze importanti per la mia vita.
Giovedì scorso è ricominciata la scuola, non nei modi migliori, lasciatemelo dire.
Incombe il "Bunka-sai", la festa organizzata dalla scuola e dagli alunni, presente in tutti i licei (e università?), dove estranei, ma soprattutto parenti e amici possono visitare la scuola, girovagando tra le aule trasformate, dagli alunni stessi, in case dell' orrore, piccoli caffè, ristorantini, eccetera... per questo c'è premura nel finire i lavori che verranno venduti a questo evento. Noi primini ci occupiamo del cucire borse e grembiuli da cucina, sui quali abbiamo fatto dei ricami.
In classe siamo stati divisi in sette gruppi da circa sei persone l' uno, ma visto che ci sono alcuni che per quanto iscritti si fanno vedere una volta ogni morte di papa, ci sono gruppi con poche persone e tanti lavori.
Come primo giorno di scuola la professoressa responsabile ha pensato bene di vietarci di tornare a casa fino a lavori finiti. Inutile dire che solo un gruppo è riuscito a tornare a casa circa un' ora dopo il suono della campana.
I sei gruppi rimanenti (tra cui il mio) hanno continuato per ancora un lasso di tempo indefinito, fino a quanto, sconsolata, la professoressa ha deciso di darci il permesso di tornare a casa.
I grembiuli li abbiamo finiti la mattina seguente, mentre la borsa... non saprei dire, se ne sta occupando un ragazzo del gruppo (spero vivamente se ne stia occupando).

puntaspilli
Mi sono resa conto, in questa settimana, che ho perduto il carica batteria della macchina fotografica. Fortunatamente questo è avvenuto dentro le mura di casa, perciò, suppongo, che con una ricerca un poco più approfondita possa saltar fuori.

Nonostante l' inizio abbastanza traumatico della scuola, il resto delle giornate è passato tranquillamente, anzi, molte volte la mattina, me la sono presa con calma arrivando a scuola senza eccessivo anticipo.



風立ちぬ,
immagine trovata su Google.
 Infine la settimana è finita con un film: 風立ちぬ(kazetachinu), nuovo titolo dello Studio Ghibli.
Sono "fresca" di questo film, film che, come dirò più avanti, ha bisogno come minimo di due visioni per iniziare a comprenderlo; perciò può darsi, che più avanti scriva nuovamente su questo lungometraggio.
E' stato tutto molto improvviso, ho deciso quasi all' ultimo di andare al cinema e avendo paura di non arrivare in tempo allo spettacolo, d' un tratto mi sono messa a correre.
Alla biglietteria ho conosciuto una simpatica vecchiettina che anche lei, come me, andava a vedere questo film.
L'ho rincontrata anche all' uscita della sala, in bagno: io mi stavo tamponando gli occhi con un fazzolettino bagnato perché avevo pianto.
Lei mi ha detto qualcosa riguardo il film, non avevo capito bene, ma quando ho fatto per risponderle un nodo alla gola mi ha fermata.
Qualsiasi cosa avessi detto, in quel momento sarei scoppiata nuovamente a piangere.
Le scene di questo film erano così vive dentro di me che non potevo far altro che stare in silenzio a riguardarmele, nella mente, cercano di assorbirle completamente, capirle ancora di più o avrei pianto di nuovo.

Mi è piaciuto davvero molto. E' il film con più sbalzi temporali dello Studio, e ogni tanto si rischia di perdersi tra il sogno e la realtà. Ma che meraviglia.. i colori, i suoni, i gesti e il vento! Lo senti davvero, lo vedi nella tenda che si muove, dalle pagine del libro che non stanno ferme, dai capelli. Nulla è dato al caso, le immagini ti circondano, e non sei più solo uno spettatore al cinema.
Questo è uno di quei film che devi, come minimo, guardarlo due volte per iniziare a comprendere. Dico "iniziare", perché i film dello Studio Ghibli vanno scoperti, a poco a poco, perché ad ogni visione c'è sempre qualcosa di nuovo: questi film, nonostante alcuni siano impressi su pellicole da più di dieci anni, continuano a muoversi, a cambiare, a crescere. Assieme a noi.

Totoro a Odaiba
 



giovedì 5 settembre 2013

La conclusione delle vacanze estive.

Summer Land, estate 2013


E così, come tutti gli anni, anche le vacanze estive di quest' anno sono terminate.
Sono stati dei giorni afosi, con temperature che sfioravano i 40 gradi, ma pur sempre vacanze e di conseguenza belle giornate (ahah).
Prima di queste vacanze, ammetto che la scuola mi abbia, a dir poco, travolto.
Per la velocità con cui si procede, per la quantità di lavori da fare, per la difficoltà della lingua, per il viaggio in treno che faccio tutte le mattine.. ha un ritmo a cui fatico a stare dietro e non intendo in fatto di compiti e materie: parlo piuttosto di un ritmo umano, in cui faccio fatica a stare.

Teatro.
Ma non voglio parlarvi della scuola, almeno non ora.Queste mie vacanze sono state un altalenarsi di giornate "piene" e giornate piuttosto monotone.
Sono finalmente riuscita a vedere Imai, un ragazzo che ho conosciuto durante l' esperienza scolastica alla scuola d' arte Kougei anni addietro. E' anche l' unica persona, della classe che ho frequentato, con la quale mi sento tutt' ora. Assieme siamo stati ad una mostra su Harry Potter, il maghetto più conosciuto al mondo. Non credo esista persona che non conosca il suo nome. ;)
E' stata una mostra davvero bella dove vi erano esposti molti vestiti e oggetti, tra i quali molti originali, utilizzati sui set dei vari film. All' uscita, nello shop, ho acquistato delle gelatine tutti i gusti più uno. Le ho ancora nell' armadio in camera, prima o poi le mangerò. :)  click

All' inizio di agosto sono stata ad un musical, American Idiot, tratto dall' omonimo album del gruppo Green Day. Quest' ultimo è un gruppo musicale che amo, ma l' idea del musical tratto da loro album mi convinceva poco. Nonostante ciò, su consiglio di due amiche, ho deciso di acquistare il biglietto a di andarlo a vedere, la sera del primo, primissimo spettacolo il Giappone.
Meno male che ci sono andata! Mi è piaciuto davvero tanto, senza contare che ha trattato un' argomento che mi stava particolarmente a cuore in quel periodo: il viaggio alla ricerca di se stessi.

Le tortine che ha comprato mia zia per il mio compleanno.
Le candele sono state una mia aggiunta.
Senza di lei, il mio compleanno qui in Giappone sarebbe passato in sordina.
Grazie, grazie di cuore.

Sempre in queste vacanze ho indossato lo yukata e sono stata a vedere dei bellissimi fuochi d' artificio sul fiume con Yuno, grande amica, senza la quale non saprei che fine avrei, potrei, fare in questa frenetica vita di Tokyo.
Foto di quando ho fatto
da modella per un taglio.
Sono stata ad una matsuri (festa tradizionale giapponese) dove ho vinto tre pesciolini con i quali ho ingrandito la mia famiglia del Sol Levante. Ho visto il mare di Kamakura e ho parlato con persone. Con alcune di loro sono ancora in contatto. Ho accettato e rifiutato offerte per fare da modella per un taglio. Ho trovato una persona con cui fare passaggi a baseball e ho recuperato un guantone per questo sport. Ho passato una serata a casa di un mio ex professore tra una pasta al peperoncino che non piccava affatto e accordi di chitarra. E come ultimo, sono stata al Summer Land, un parco acquatico a Tokyo dove mi sono divertita davvero molto con, al ritorno, l' immancabile bruciatura sulla schiena per via del sole.
Ecco.
Queste sono state le mie vacanze. E le vostre?

Fuochi d' artificio.